Non disperdo gli attimi,
li lascio incorrotti,
per attraversare la scrittura,
qualunque essa sia,
la indosso come un armatura lapidare,
un sigillo da camera mortuaria,
che rende pace,
a tutte le sensazioni che descrivo,
in questo secolo che volge al termine,
io ho già visto fiammeggiare,
da qualche parte,
un apocalisse umana di intenzioni,
un cannibalismo,
teso solo a sedare gli scossoni dai morsi.
Un alba lucente,
ha saputo dedicarmi qualche riga,
mentre scrivevo, e scrivevo …
E nulla mi impediva di trarre emozioni,
piaceri,
lacrime compromesse attraverso quel ginepraio di parole.
Forse un giorno,
nessuna terra,
saprà darmi riposo,
ma so che continuerò a raccontare le mie storie,
da un capo all’altro dei mondi,
non smetterò mai di vivere,
di avere realtà parallele,
a questa maledetta stesura troppo uguale.