Trovo le cose difficili come una possibilità,
affronto il bieco destino,
la sciocca riservanza di chi non ha mai mostrato i muscoli,
la riserva,
tutto l’iniziale candore dell’infanzia,
il fato ..
Maledetto costruttore di intuiti castrati,
quel genere assottigliato all’oblio,
ombra che anche la sera difficilmente raduna e mostra.
Trovo le piccole certezze come una reale follia,
la gente,
traspira rabbia,
e annusa miseria,
dietro serrande ovvie di verità,
dire cose assai tangibili,
mi lasciano col fiato rivolto verso il basso.
Taverne impazzite,
sguardi e malesseri che hanno riscaldato gli uomini,
caldo ossigeno nelle vene come dote,
in cambio dei ricordi,
di un alcova,
di una danza irrisoria e complessa.
Taverne impazzite,
fumo e cemento dietro città urbanistiche,
collocate sotto sprezzanti e potenti individui di oro e sciocchezza.
Taverne impazzite,
quella chiara certezza,
dapprima che il resto passi di moda,
e insozzi il sangue di pattume.