VISCERE

Strappami le viscere,

annusa il mio fetore.

Io avanzo senza cartilagine,

capace di sedurre ancora la voce,

arrischiare un cambio epocale,

macchiarmi la coscienza di impotenza,

pur di non essere descritto da soggetti futili.

La disfunzione di ogni condotta, poi,

mi riconduce sulle mie gambe,

principio basilare di una elementare innaturalezza.

I miei canti sono la Lode a Satana,

a creature mitologiche, di cui ho assorbito il ventre,

lo sperma, bevuto come una spugna quel nettare degli Dei,

per rinascere ancora, con tutte le macchie sulla condotta.

Spregiudicato e umano alla vita,

sacra bestia senza cavallo,

nutro ancora il notturno dissapore delle malinconie,

per stordire una nenia al sapore di sangue e vene.

VISCEREultima modifica: 2019-05-17T15:59:38+02:00da anima-labile
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