Sono ancora qui,

in netto declino, certo,

una fase come un altra,

per svalutare le mie intenzioni,

le favole che non sono riuscito a raccontarmi.

Io parlo ancora a me stesso,

immerso nella musica,

divorato letteralmente da un modo astratto di connivenza,

un decoroso vivere senza interlocutori.

Mi adatto al suono, alle parole che ascolto,

al rock, al prog,

alla programmatica e istintiva prevalenza.

Non sono abitudine,

non sono voce,

ma il disagio cosciente di molte cose che non si danno a vedere.

E ogni occhio,

non giunge mai, all’apice del mio terzo potere,

perché sono ancora qui,

malgrado la timida liquefazione di valori.

Oggi investo sugli allori,

ozio assoluto per le membra,

stesura presumibilmente ovvia,

ma audace nel contesto che spazza via le buone denigrazioni.