Quante volte mi sono perduto,
desiderando spazi più aperti,
mente lucida alle apparenze,
sconvolgimenti naturali per i tossici …
Quanta terra,
ho smesso di raccogliere,
affinché il sangue bruciasse,
disinfettasse le ferite,
per il margine esatto di ogni bugia,
bavaglio restio al memoriale,
marmo e salsedine come offerta,
per i tempi che evolvono,
giocando su carte implose,
ove l’eccesso e solo calunnia,
voce di molti,
che restano agonizzare gli animali.
Il bosco,
da questa parte,
impratichisce le menti,
agevola il pusillanime,
cuori ancora contriti,
per i puttanieri di rango,
ma un pò di vino,
non rifiutate!
Un pò di acredine,
al veleno sedentario,
alle identità già sbiancate,
imbellettate e in bella mostra,
puerile scempio di corpi,
esposizione di porci,
dal cazzo fin troppo lungo,
per comprendere da che parte chiavare,
uno spirito di troppo,
alle vergini usurpatrici in divenire.