Ho pubblicato  menzogne,

reso impossibile questo percorso,

basandomi su follia e pacatezza,

stringendo sorrisi e ovattando il sistema,

rendendomi iniquo e veloce,

su spedizioni da cui non sono più tornato.

Ho lasciato da parte taccuini,

vecchi fogli e poesie,

solo per avvertirne il rimorso,

il senso inadeguato ad ogni battuta,

senza mai consumarne l’appartenenza,

il filo conduttore di spettacolini fiacchi,

turbando un pubblico fiacco,

lasciando in quegli occhi una finta opera di concetti,

occupandomi poi di sparire,

tra scene eliminate e tagli sprecati,

nel segreto carico di suggestioni,

nell’arretatezza spirituale di un individuo,

spogliandomi con timore,

seppur serbando altitudine molesta.

Viene il momento di estrapolare un messaggio,

condividerlo semmai,

tastarne l’emozione perduta,

cercarne l’irrisoria caricatura tra le genti,

navigando alla rinfusa …