Riesco a visualizzare l’intolleranza,
il peso viscerale della città,
di tutte le strade che sembrano
non appartenermi,
mentre a fatica,
ho provato a spostarmi da un luogo all’altro,
osservando cose e negozi,
che un tempo sono stato il fulcro attivo
della mia vitalità,
al tuo fianco,
ogni sacrificio mi rendeva un bambino.
Oggi ho assaporato la fobia del centro,
della gente,
del sole, dannato sole ..
Un irradiosa bellezza che solo io non respiravo,
mentre lo spettro dei ricordi
si muoveva in me,
usufruendo di questa funzione,
per negarmi ogni flusso benefico.
Hai vinto tu,
sperduto per il mondo sono tornato
al mio ordine casalingo;
hai vinto tu,
per sfuggire a quella follia,
ho dovuto scontare altro sangue;
hai vinto tu,
d’ora in poi resterò prigioniero della nostra favola,
ben lontano dalla realtà,
segretato nel mio Hangar,
tra spazi che valuto e immagino,
mettendo in pratica il buon esempio di morire.