Ancora avanzi,
su questo fuoco scaltro di carne indecorosa,
ove dissapori e gusto,
hanno preso il sopravvento,
sull’ineluttabile respiro del momento,
sullo scranno dovuto del carbone,
spegnersi,
lentamente,
su tizzoni ardenti che non sanno più cuocere,
mentre il sangue,
coagula affreschi e congetture,
nel rossore di una insipiente familiarità nociva.
Le fondamenta imbiancate,
ricercano alla morte il tessuto strutturale,
quelle stesse ossa agitate al vento,
in quelle notti di accettazione e oblio,
spietata pagina che asseconda i secoli,
e cancella i volti nell’ardire del tempo.
Una fiammata spicciola per certi voli,
un tendenzioso che fuma la sua pistola,
tra barricate costrette a finti elogi.
L’abbraccio servito,
e solo una gola stanca al deglutire,
mentre non v’è traccia alcuna,
del gusto condiviso per un pasto maldigerito.