Stormi di uccelli,
adornano le Vostre lapidi,
mentre il tempo, solerte,
si è fermato,
a lasciar scorrere i secoli,
discontinue prigioni di una netta civiltà,
sommossa,
sommessa,
stanca di lasciarsi vivere,
errante ai più,
come una discontinua immagine,
il relitto costretto di un emozione,
non vibra mai,
su quest’alito di vento,
che sgombra il vezzo aspro.
Su sentieri compromessi,
la poesia ha contrito gli attimi,
ingoiato quella polvere funesta,
attraversato serratamente l’Io,
per sostare amabile dentro la terra,
senza corruzione,
senza letame,
il cuore,
ora,
corona il bieco stupore affranto,
ascoltando i passi,
gli umori odierni che innestano in superficie,
una ritrovata struttura,
un decorso sensitivo,
un altro eco ammantato di sonnolenza,
e il sole .. si, il sole,
ama tutte le sue creature.