ARIDO

Quando mi arrendo,

precludo uno spazio tutto mio,

una vera stanchezza,

soggetta alla perdizione,

che non arretra in stoltezza,

ma amalgama orrore su orrore,

senza predire una semplice eredità.

Il secolo che ho scorto,

non assomigliava affatto,

a questa sconclusionata pagina di disaffezione,

agli scorci eloquenti,

le sfavillanti città ardite ..

Il secolo che ho lasciato incedere,

ribatteva un epoca fatta di sognatori,

poesia dettata per le strade,

e un senso comune di condivisione ..

Il secolo che ho bruciato,

ha lasciato la mia pelle amorfa,

ardita al mestiere che si sono inventati,

per imbellettare il nostro mestiere,

la facile usura che adesso pretende dalla penna,

un servo inutile,

uno schiavo da predisporre ai margini della società.

Il tempo che ho dedicato all’amore,

ora,

e caduto a pezzi e senza possibilità.

Ho varcato la soglia della sonnolenza,

la veggenza a ritroso di quella perdizione,

il freddo che si è posato su tutte le cose ..

Il secolo che non ho visto,

ha conosciuto affetti migliori di oggi,

sotto la cupidigia spietata degli uomini,

dipesi da accezioni e verbi interrotti ..

I miei occhi,

hanno spento ogni lacrima,

abbeverando un lontano battito,

un infranto romanticismo non più ricambiato.

L’impervia natura del Presente,

ha tagliato fuori ogni interesse,

la gentile e riflessa autonomia di una carezza,

il calore vellutato di un fragore ..

sugli ultimi passi solenni,

l’ennesimo brivido senza pazienza.

ARIDOultima modifica: 2014-12-09T18:42:22+01:00da anima-labile
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