I VETI DELLA MISERIA

Ho svenduto pensieri,

parlato chiaro,

smarrito ogni briciolo di pazienza,

misurando le parole,

la rabbia,

la costernata visione delle cose,

della gente,

che famelica non smette di gestire la mia vita,

quel pò che concerne la sopportabile sopportazione.

Ho scritto a lungo,

su internet,

riverso nel mio blog,

a cercare i fallimenti,

a trattare con la pazienza,

coltivando ancora nuove lacrime,

addossandomi ogni colpa,

mancanza,

tradimenti.

Non ho mancato di nulla,

su questo viso segnato.

Forse una matita nera,

per coprire le paure,

trincerandomi apertamente,

in beffa alle mode,

alle stelle perfette,

a tutte le condizioni dettate dagli stereotipi.

Ho scaldato le mie erezioni,

evaso pornografia,

sedotto ogni sconceria,

rimembrando un apologia fallimentare.

Davvero,

ho saputo tirar su una coscienza effimera,

schiva,

mai destinata a un lungo cammino.

Ho realizzato sulla mia pelle ogni cicatrice,

instabili ossessioni per inconfessabili omissioni,

e chino,

sulla miseria del corpo,

ho scelto di regredire facilmente,

su sciocche finzioni,

e idee scottanti.

Ho guardato ancora i ricordi,

alla schiera proterva delle accuse,

nel ripetersi di una stagione,

sognando,

eludendo un armatura,

per  compiangermi miserevolmente.

 

I VETI DELLA MISERIAultima modifica: 2015-02-06T13:00:22+01:00da anima-labile
Reposta per primo quest’articolo