Dimentico in fretta quel che resta,

la meccanica di un amore,

il dolce tepore di un letto ancora caldo,

dove due o più corpi si sono scontrati,

fatalmente,

in atti di frequente natura a gemere,

nella ricercatezza dell’infinito,

lungo sentieri che sprofondano con l’orgasmo ..

Dimentico in fretta di essere presente,

cosciente,

nella mia dimora rurale,

in queste circostanze ancora da chiarire,

non comprendo la mia posizione,

il mio pulsare,

questa inopportuna validità delle cose,

il timbrare quasi certo di un campanello dentro la mente ..

E mi dimentico,

mi lascio veramente stare,

riprendo le mie letture ottocentesche,

e vibro solo ricordando,

planando docilmente su tantissimi momenti che mi hanno reso vivo ..

Ho dimenticato di essere ancora qui,

e avendo smesso di cercarmi,

ricavo solo ragni,

buchi,

vecchie abitudini fantasma ..

Ripiego la realtà,

pe restare imprigionato dentro vetri di natura amorfa.