Perdo tempo e speranze,
avverto simboli piegati,
e strane voglie assenteiste,
insane maschere pervase solo dal disgusto,
in fila,
anche loro,
nella necessità di bussare al sole,
al cielo,
ad ogni sorta di pianeta assortito e corrotto.
Perdo i cicli intuitivi della mente,
il plasma col quale riflettevo senza perdere il filo di un discorso,
il rancore,
tutta la necessaria bontà di dialoghi prescritti e dosati.
Nel futuro,
io,
ho solo smesso di avere pazienza,
un volto,
un nome,
un pezzo di significato avvolto nella plastica.
DENTRO IL FUTUROultima modifica: 2011-09-05T22:49:06+02:00da
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