I SECOLI DEL PIANTO

Sono spiacevolmente umano,

prigioniero degli altri,

su qualunque cosa rifletta il prossimo,

realmente presente a tutte le processioni,

condito da strani interessi,

biblico e blasfemo allo stesso tempo,

non ho mai messo la testa apposto,

smesso di fumare,

intuire una svolta più serena,

abbandontato il vizio di ingozzarmi di cibo.

Sono facilmente rimorchiabile,

al primo e complesso apprezzamento

arrossisco e vaneggio,

come quelle piccole troie che la vogliono,

fingo di non capire,

di sembrare distante,

ma ammetto di avere lo stesso interesse,

unicamente perchè fingendo accentuo la mia natura perversa,

e a differenza di altri,

ho basato la mia vita sul calore e il bisogno,

su gesti prepotentemente sociali.

Malgrado tutto,

non scimmiotto le ideologie,

non perdo tempo dietro molecole impazzite che non hanno mai creduto,

ma professo solo le intenzioni di vendermi,

lasciare comunque un segno impazzito di quello che sono,

al di là di ogni singola retorica,

non sono il testimone che molta gente si aspettava,

non sono il Ciristo insorto.

Io demolisco parole con uso improprio,

e tralascio la metrica,

le descrizioni che vorrebbero ingabbiarmi.

Io sono già lontano,

ho udito i chilometri,

il vento in faccia,

e ho pianto per secoli.

I SECOLI DEL PIANTOultima modifica: 2011-09-21T10:10:00+02:00da anima-labile
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