UN INVITO A MORIRE

Versioni estese di me,

si approfittano della pioggia,

di questi binari a lunga percorrenza,

dei treni che poggiano sottili sulla distanza,

sulle economiche spese di un addio,

su giorni macchiati di ipocrisia.

E’ lento il distacco,

amaro e insensasto,

spesso,

e solo l’apologia di un cuore diviso a metà,

una scatola che ha smesso di pulsare,

una nera intuizione che ha riconosciuto un riflesso,

l’accortezza di smettere un fiuto,

un respiro,

quelle volte in cui bagnando anche il viso,

si sono intromessi gli abbagli,

i sintomi di una non vita.

Esanime alle serrande sociali,

corro ai ripari,

smetto di inseguire i sogni,

solidifico insuccessi,

clamori sporchi,

entro ed esco da sottili dispiaceri,

tento la strada del diniego,

la sofferenza stabile,

il trionfo parassitario di una dose.

Essi vagano,

ma nessuno percepisce,

quanto difficile sia,

mettersi in marcia,

mentre tutto scorre,

alla fine di un secolo indegno,

ove lacrime hanno inciso un hit parade,

nel sublime atto di cadere preda del tempo.

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UN INVITO A MORIREultima modifica: 2012-10-03T08:36:00+02:00da anima-labile
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